domenica 18 settembre 2011

WAITING FOR THE THUNDER.

"Fool in the rain" - Led Zeppelin
"Rain" - Guano Apes

Lei era lì, seduta a fumare una sigaretta, forse l'ultima della giornata. Uno spazio c'era tra i due alberi, ma le foglie non coprivano la visuale, solo il buio l'ofuscava. Gli alberi davanti a lui si spalancavano in un passaggio cupo e con le loro punte sembravano sollecitare il cielo a far scendere la pioggia. Le nuvole minacciavano il sereno, prensendo il sopravvento e portando con sè il fresco vento notturno. Angela sentiva il fumo grattarle la gola, ma espirava con sollievo.
La pioggia stava per scendere.
In un soffio di vento
il cielo
emise
una lacrima.
Nella fantasia della notte
altre sorelle
la seguirono.
L'ombra del fumo
vagava
insonne
per il marciapiede.
Il vento
suonava
l'armonica
in una triste melodia
e il suo fresco
trapassava
i sogni.
Angela iniziò a bagnarsi, ma rimase ferma a spiare i movimenti del cielo. La pioggia iniziò a scendere instancabile e con lei la sua forza. Ogni tanto un fulmine squarciava il cielo in lontananza.




Hai mai desiderato cavalcare un lampo? L'ho visto ieri sera, così lontano, sfuggevole. E' durato poco. Luce nel buio. Terrore della notte. Ha illuminato l'orizzonte evidenziando i contorni del mondo. Una lunga scia di pioggia irrompente nell'oscurità. Un raggio di elettricità. Rabbia, dolore, sapore che di bene in male interrompe la monotonia e il tuono che tenta di seguirlo. Hai mai provato a cavalcare un fulmine? E rimanere poi sollevata a mezz'aria, abbandonata dall'istantaneità scomparsa con il suo fascino. Quella luce, quel bagliore che negli occhi permane e il corpo lasciato a se stesso, la mente occupata dal vuoto, pesante che vola indecisa, ma sicura. Con la sicurezza che hai appena cavalcato un lampo.

Ma aspettava il tuono, Angela. Il fulmine che aveva diviso il cielo in due proprio davanti ai suoi occhi era troppo silenzioso.Aspettava serena il suo boato, il suo lamento. Lo immaginava vibrante e di dimensioni a malapena pensabili. Incuriosita, ma delusa, la mente di Angela volava e la sua mano, con soddisfacenti gesti abitudinali, portava la sigaretta alla bocca per calmare il suo animo vizioso. La pioggia continuava a scendere e lei corse sotto ad una terrazza e lì finì la cicca.
Un tonfo
un boato
un lamento
un tuono
interruppe i suoi pensieri e la spinse a guardare il cielo: era la voce del fulmine in tutta la sua potenza.

Tornò a guardare davanti a sè: pioggia. Lanciò il mozzicone a terra, tra i sassi, anche se ancora fumava e aspettò che il vento avesse trascinato con sè la cenere e che una goccia di pioggia la spegnesse, per poi tornare immersa nel suo libro.
 


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